Mentre tutto il mondo ne parla, competenti e incompetenti compresi, io vorrei starmene zitto in un momento di raccoglimento anche in memoria di quelle povere vittime di questa ennesima tragedia marinaresca. Ma da ex Ufficiale di Marina Mercantile e amante del mare così come delle sue tradizioni, non posso fare a meno di dire la mia anche in base alle mie competenze e conoscenze. Ed una cosa la voglio dire subito in maniera forte: “Semu a manu a nuddu!”….. Così come un po’ in tutti i campi siamo nelle mani di emeriti nessuno, cioè imbecilli di successo che hanno preso il comando in tutte le situazioni e aimè anche su colossi del mare che portano quasi 5.000 persone. La “Costa Concordia” era un nuovo gigante del mare con una capienza massima di 4.880 persone tra membri dell’equipaggio e passeggeri; lunga 293 metri, larga circa 36 metri, per una stazza di 114.000 tonnellate (circa 2 Titanic messi insieme). Il comando di tale nave una volta si dava ad un “Capitano Superiore di Lungo Corso” di provata fiducia ed esperienza, cioè ad un Ufficiale con almeno 10 anni di comando su navi commerciali di varie specie. Non si dà il comando di tale nave, orgoglio dei cantieri italiani, ad un Francesco Schettino qualunque, tutto lustrini e brillantina, promosso comandante 5 anni fa dalla Compagnia Costa, che purtroppo non è più la Costa d’Armamento di via Fieschi a Genova, dove io mi recavo in cerca d’imbarco negli anni ’70, ma una costola della grande Carnival americana. Io non voglio parlare di queste grandi compagnie crocieristiche che sfruttano il boom del momento, allo stesso modo di come “sfruttano” migliaia di persone d’equipaggio e spellano centinaia di migliaia di crocieristi, anche se ci sarebbe molto da dire. Ma voglio parlare del poco rispetto che si ha per la vita umana da parte di loschi personaggi; andare per mare comporta sempre un certo rischio portato dall’imprevedibilità, la perizia, l’esperienza e la tecnologia fanno in modo di ridurre al minimo questo rischio; al contrario la stupidità, l’imperizia, la presunzione e la troppa sicurezza aumentano di molto il rischio. La rotta di navigazione commerciale che da Civitavecchia porta a Genova o Savona punta verso l’isola del Giglio che si lascia (doppia) ad una distanza tra i 4 – 5 miglia sulla dritta, le navi da crociera per fini turistici e panoramici tracciano una rotta interna che accosta l’isola del Giglio e l’isola d’Elba. Le navi della “Costa” per una banale tradizione accostano parecchio l’isola del Giglio per un rituale saluto, che può essere anche una cosa simpatica in piena Estate quando l’isola è affollata di turisti, e se fatta in piena sicurezza. Il comandante Schettino, ha messo a repentaglio la vita di circa 4.200 persone, puntando la prua di una nave di 300 metri che viaggia alla velocità di 16 nodi verso gli scogli dell’isola, solo per uno stupido rituale di saluto agli 800 isolani rintanati nelle loro case per il freddo, ritardando la virata (la scatola nera darà la motivazione) e finendo sugli scogli della secca conosciuta da tutti. Ma si deve pur dare atto che dopo questa balordaggine, il comandante è riuscito con una ottima manovra di ancoraggio a portare la nave su un fondale poco profondo, scongiurando una tragedia di proporzioni degne del Titanic proprio a 100 anni di distanza. Cosa sia passato per la testa del comandante e degli altri Ufficiali presenti in plancia forse lo sapremo più avanti, una cosa la sappiamo subito, questa manovra azzardata ha causato diversi lutti, ha distrutto una bellissima nave, ha distrutto la propria vita, ha causato danni umani, danni ambientali e moltissimi danni economici. Ne valeva la pena?…..Credo proprio di no.
Francesco Sfilio